Elettrodomestici: occhio all’etichetta

Non tutti prestano attenzione alle altre preziose informazioni contenute nella classe energetica.Ormai la si riconosce a prima vista, soprattutto per individuare le classi energetiche e inquadrare il livello di consumo di un elettrodomestico rispetto a un altro della medesima categoria. Facciamo un po’ di chiarezza.

L’etichetta energetica ha quasi un ventennio di storia alle spalle ed è un interessante indicatore dell’evoluzione degli elettrodomestici verso soluzioni e tecnologie sempre più sostenibili. All’inizio era solo un documento che i produttori applicavano volontariamente sui propri dispositivi per sottolinearne la capacità di risparmiare energia ma in seguito, dal 2011, è diventato un obbligo di legge per tutti i membri dell’Unione Europea.

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Da quel momento in poi, è stata creata un’etichetta identica per tutti i paesi, redatta in tutte le lingue benché, come ormai noto, si tratta di un documento composto prevalentemente da simboli grafici, univoci e ben riconoscibili da tutti i consumatori.

L’elemento di spicco è naturalmente rappresentato dalla scala di frecce che sfumano progressivamente da quella rossa più lunga, che indica i prodotti meno efficienti (quindi che consumano di più) a quella verde scuro, più corta, associata alle classi energetiche più elevate, che permettono di risparmiare più energia.

Le frecce si accompagnano a una scala di lettere che parte dalla G, per il maggior livello di consumo, fino alla A, che indica i prodotti in grado di risparmiare più elettricità.

Dopo alcuni anni dal lancio dell’etichetta, però, alcune categorie di elettrodomestici, come i frigoriferi e le lavatrici, che sono stati tra i primi a dover esporre l’etichetta per legge, hanno raggiunto un livello di efficienza energetica tale, da superare i parametri della prima classe, la A. Così sono state introdotte progressivamente tre nuove classi energetiche la A+, la A++ e la A+++.

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L’obbligo di legge di applicare l’energy label è stato esteso a numerosi elettrodomestici, in base a un calendario che ha visto anno dopo anno l’etichettatura obbligatoria per frigoriferi, cantinette, lavabiancheria, lavastoviglie, asciugatrici, climatizzatori, televisori, forni elettrici e, tra il 2014 e il 2015 anche aspirapolvere e cappe aspiranti.

Via via che è entrato in vigore l’obbligo, è stata contestualmente vietata l’immissione sul mercato di prodotti delle classi energetiche più obsolete, che sono andate via via scomparendo.

Così, per fare qualche esempio concreto, dal 2011 la classe A è diventata il livello minimo per tutte le lavabiancheria, mentre l’anno successivo è stata vietata la messa in commercio di frigoriferi e congelatori inferiori alla classe A+. Il provvedimento si riferiva ai nuovi apparecchi introdotti sul mercato, mentre restava possibile esaurire i vecchi stock di elettrodomestici nelle classi più energivore, che di fatto oggi sono quasi scomparse.

Ma l’etichetta non riporta solo il livello energetico

È molto importante sottolineare che l’evoluzione dell’etichetta energetica ne ha fatto una vera e propria carta d’identità dell’elettrodomestico, inserendo via via informazioni molto importanti anche su altri aspetti e funzioni del prodotto e consentendo così un confronto molto più preciso tra apparecchi di modelli o marche diverse.

L’etichetta, infatti, riporta per legge anche la rumorosità degli apparecchi e, a seconda del dispositivo in questione ulteriori indicatori di efficacia.

Per esempio, per le lavatrici è obbligatorio indicare l’efficienza della centrifuga, il consumo annuale di acqua e la capacità di carico. Per le lavastoviglie si aggiunge anche un indicatore sull’efficienza di asciugatura delle stoviglie, mentre gli aspirapolvere devono specificare l’efficacia di aspirazione su superfici dure o tappeti e il livello di re-immissione della polvere nell’aria.

L’etichetta cambierà?

Nonostante l’energy label sia stata riconosciuta come valido strumento di confronto tra elettrodomestici, nel tempo sono insorte alcune complicazioni sulla modalità di indicazione dei livelli energetici.

La rapidità dello sviluppo tecnologico del settore ha portato a un celere affollamento delle classi di massima efficienza per alcuni prodotti, come lavatrici e frigoriferi, per i quali già da anni spesso si trovano indicazioni come “classe A+++ -30%”, che segnalano un ulteriore avanzamento di performance dell’apparecchio, in grado di superare del 30% (o più se indicato) l’attuale classe A+++.

Data l’ovvia impossibilità di continuare ad aggiungere segni “+” all’infinito, la Commissione Europea ha approvato il ritorno della scala A-G, ma SOLO per i prodotti per i quali le classi superiori sono troppo affollate.

Il provvedimento non partirà prima del 2019-2020 e prevede un periodo di transizione, dopo la quale occorrerà prestare maggior attenzione ai prodotti che recheranno la nuova scala e non stupirsi se torneremo a vedere frigoriferi in classe B o inferiori. I negozi saranno comunque adeguatamente preparati a spiegare tutte le novità.

 

 

Fonte: www.cosedicasa.com

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